
[{{{type}}}] {{{reason}}}
{{/data.error.root_cause}}{{texts.summary}} {{#options.result.rssIcon}} RSS {{/options.result.rssIcon}}
{{/texts.summary}} {{#data.hits.hits}}{{{_source.displayDate}}}
{{/_source.showDate}}{{{_source.description}}}
{{#_source.additionalInfo}}{{#_source.additionalFields}} {{#title}} {{{label}}}{{{title}}} {{/title}} {{/_source.additionalFields}}
{{/_source.additionalInfo}}L’infelice dato testuale dell’art. 702 quater c.p.c. ha indotto una parte della dottrina e della giurisprudenza di merito ad ipotizzare che l’ordinanza di rigetto emessa all’esito del procedimento sommario di cognizione fosse inidonea al giudicato e, per questo, inappellabile, a differenza del provvedimento di accoglimento. L’autore, premesso l’inquadramento sistematico del procedimento ex art. 702 bis ss. nell’ambito dei giudizi «semplificati a cognizione piena», propone argomentazioni (letterali, sistematiche e applicative) in favore della tesi della perfetta simmetria, in punto di giudicato, tra provvedimento di accoglimento e di rigetto.