
Il “diritto all’oblio”, che fin dalle sue prime enucleazioni era visto prevalentemente come il diritto alla rimozione dei dati relativi al proprio passato, ha un versante privatistico connesso al diritto di cronaca e un versante pubblicistico-amministrativo legato agli obblighi di pubblicità e trasparenza delle pubbliche amministrazioni. In relazione specificamente a questo secondo profilo, è possibile verificare come di recente la giurisprudenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea abbia spostato l’accento dal profilo puramente cronologico al problema della decontestualizzazione dei dati attraverso la loro indicizzazione nei “motori di ricerca” presenti in Rete. In questo modo, la decisione della Corte Europea ha introdotto elementi utili per risolvere questioni tuttora aperte nel contesto amministrativo italiano, relative all’opportunità di favorire la reperibilità, attraverso i motori di ricerca, delle informazioni pubblicate nel web da parte delle pubbliche amministrazioni.